Dal punto di vista dell’organizzazione didattica la pedagogia della creatività richiede la necessità da parte degli insegnanti di procedere con metodologie unificate ed un accordo per stimolare e personalizzare l’interesse, socializzare le motivazioni, utilizzare ogni mezzo per meglio conoscere l’allievo, recuperare il gioco drammatico e il teatro come «divertimento dell’intelligenza». Promuovere la creatività negli altri significa promuovere la loro liberazione. Non si tratta solo di un problema scolastico: liberare l’altro o pietrificarlo comporta scelte precise in tutti i campi nei quali si lavora o si vive. In questo senso è necessaria una disposizione a valorizzare tutti i linguaggi affinché l’allievo possa esprimersi. Il linguaggio del comportamento è molto importante: il recupero della voce e del corpo serve non solo per arricchire la comunicazione, quanto per superare certi blocchi che si formano a livello verbale e concettuale, derivati da difficoltà d’ordine motorio e psichico. Poiché si è riscontrata una reale valenza pedagogica all’ esperienza teatrale, appare necessario trovare per essa una posizione appropriata che la possa integrare alle attività didattiche tradizionali. Questo implica la necessità di ricondurre il teatro a un progetto educativo con i più larghi e vari riferimenti così che non occorra né un’assolutizzazione del teatro, né un’assolutizzazione di un particolare stile teatrale.